
“Lessico famigliare” non e’ soltanto la storia della famiglia Levi, ebraica e antifascista, ma e’ per ammissione della stessa scrittrice “una folla di ricordi”.
Questo libro di memorie che ci fa conoscere da vicino la vita intima della Ginzburg, ha per protagonista un focolare domestico in cui convivono affetti sinceri, litigi, partenze, ritorni, pettegolezzi e la cornice storica ingombrante e spaventosa del fascismo e delle leggi razziali.
La scrittrice mantiene viva l’immagine di chi c’e’ ancora e di chi purtroppo non c’e’ più perdendosi nel ricordo di un padre burbero e testardo, di una madre dall’animo buono ma a tratti frivola, dei fratelli dalle mutevoli passioni, del buon Adriano Olivetti a lei molto caro e dell’umbratile Cesare Pavese che non volle o non seppe vivere.
In un romanzo in cui menzogne e verità si intrecciano nella memoria, i veri protagonisti diventano i coloriti modi di dire del padre, le divertenti sottolineature della madre e i motti inventati dai fratelli.
Ho apprezzato molto la sensazione di quotidianità che trasuda dalle pagine del romanzo ma , se devo essere sincera, mi e’ mancato un po’ di cuore. In questo resoconto di ricordi preziosi ho sentito il vuoto attorno alla figura di Leone Ginzurg. Da romantica, mi sarei aspettata che la sua triste vicenda avesse un po’ più di rilievo e sentimento.
❓️Voi avete letto il romanzo? Cosa ne pensate?

